È uscito il secondo Effemeride del 2009, illustrato sempre da Giulia Milos e scritto da Michele Orti Manara. Come nell’ultimo, si inizia il discorso a partire da un film: Dogtooth, di Yorgos Lanthimos, per poi perdersi nei ricordi.
Si trova nell’area riservata ai nostri soci. Chi lo volesse leggere non deve fare altro che andare qui e associarsi: pare che sia facile e faccia stare meglio ?
Così è l’inizio:
Mi sono sempre piaciute quelle che definisco storie dentro/fuori.
Quelle storie, cioè, in cui una persona o un gruppo si trovano per qualche motivo isolati, chiusi dentro a – o chiusi fuori da – qualcosa.
Mi piacciono così tanto che spesso ho provato a ipotizzarne una tassonomia: in alcuni casi è l’isolamento stesso a costituire l’ostacolo da superare (i personaggi sull’isola in Lost, per esempio – o almeno: questo è quello che pensano all’inizio), in altre l’isolamento costringe alla convivenza con una minaccia interna (Dieci piccoli indiani, Alien), in altre ancora l’isolamento diventa una protezione da una minaccia esterna (Dawn of the Dead). Fanno parte di quest’ultima tipologia anche storie in cui la tanto temuta minaccia si rivela alla fine niente più che uno spauracchio, creato da qualcuno per preservare la purezza dell’interno e scoraggiare chi avesse l’ardire di aprire la porta, o di scavalcare il muro, per vedere cosa succede fuori. È il caso di The Village di Shyamalan (se non lo avete visto, ho peccato di spoiler; perdonatemi), e anche di Dogtooth, film del regista greco Yorgos Lanthimos del 2009.