[Nella primavera del 2021 Francesco Pota ha coinvolto la nostra redazione nell’organizzazione di un corso di scrittura per una delle classi dell’istituto Argentia di Gorgonzola. È stato un ciclo di quattro lezioni dedicate ai racconti e ai saggi brevi, in cui abbiamo volutamente tralasciato qualsiasi velleità di completezza e abbiamo cercato di dare alle studentesse e agli studenti un quadro generale, e qualche consiglio pratico. Alla fine ciascuno di loro ha scritto qualcosa: chi un racconto, chi un articolo. Questa è l’introduzione al volumetto che raccoglie il loro lavoro, e questo è il link a cui trovare il pdf. È stato un gran bel lavoro.]
In questo volumetto ci sono i racconti e i saggi brevi che le studentesse e gli studenti della classe 4A dell’istituto Argentia di Gorgonzola hanno scritto dopo aver seguito un breve corso su questi argomenti: quattro lezioni che abbiamo tenuto grazie all’intuizione e al convincimento del loro professore di lettere, Francesco Pota. Il fatto che Francesco ci conoscesse da tempo, che sia anche stato nostro autore, è stato uno dei motivi per i quali non ci ha messo tanto a convincerci.
Non mi ricordo mica, tutte le mie prime volte. Alcune sono così in là nel tempo che è impossibile ricordarsele; altre sono state talmente ininfluenti, al momento, che non ho capito quanto fossero importanti se non tanto tempo dopo. Di altre, che sarebbero fondamentali se volessi fare un po’ di narrazione di me stesso e della mia vita, non riesco a rintracciare un momento preciso, un atto da cui poi è derivato tutto il resto, perché ne ricordo diversi, in momenti diversi.
La lettura, e sua cugina di primo grado la scrittura, sono cose che ho sempre praticato, in una forma o in un’altra, da che ho memoria di saperlo fare. Non ho presente quand’è stata la prima volta che: ho presente tante volte diverse. Certi libri d’avventura per ragazzi che ho letto da solo, per la prima volta senza che qualcuno li leggesse a me; mio padre che mi legge Topolino e poi non me lo legge più perché ci penso io; le prime cose che scrivevo con la macchina per scrivere di mio nonno, un’Olivetti che riutilizzerei volentieri per rivivere un po’ la fatica che ti lasciava – era faticoso, davvero, scrivere con quelle macchine. La prima volta che Gabriele Naia mi ha parlato della sua idea di una rivista di nome inutile, su una panchina di Mestre, a fine estate.
Non so, non posso sapere, se le ragazze e i ragazzi della 4A continueranno a scrivere, nei prossimi anni, o se sarà una cosa che a un certo punto rispunterà fuori nel loro percorso. (Un sacco di cose ritornano, ragazzi: è tutto ciclico, mannaggia: è tutto ciclico.) Quello che spero è che si ricordino della prima volta che si sono messi a ragionare su una storia, come raccontarla, come farla funzionare perché abbia il maggior impatto possibile. Che sia un racconto, che sia un articolo, che sia un post di Instagram.
E spero si ricordino anche del professore di lettere di quest’anno strambo, questo 2021 che speravamo si lasciasse alle spalle un sacco di cose brutte e invece se le sta strascinando dietro. Tutto passa, è un’altra cosa che ho imparato negli anni che mi separano dalla loro età. Ma un prof come Francesco Pota aiuta a far passare meglio, le cose belle e le cose brutte, e cristallizzare le cose importanti.
Grazie a Francesco Pota, per la fiducia e la voglia di fare. Grazie a Khaoula, Karim, Angelika, Sara, Simone, Siria, Silvia, Federico, Diana, Lorenzo, Luigi, Francesca, Bruno, Loris ché hanno accettato di farsi guidare in quest’avventura da noi scalmanate della redazione. Vogliamo leggervi ancora.
Matteo Scandolin