Spuntini – maggio

RUBRICA DI VIAGGI, CHE NON PARLA DI METE TURISTICHE, MA DI TRIP LETTERARI, A RITMO DI CITAZIONI. LA PARTENZA È SEMPRE CERTA, LA META SCONOSCIUTA, IL TRAGITTO VA A ZIG ZAG DAL DIVANO ALLA LIBRERIA. LA SODDISFAZIONE È QUELLA CHE PUÒ DARE UNO SPUNTINO LONTANO DAI PASTI, QUANDO SI HA UN LANGUORINO, DA QUI IL TITOLO: SE FOSSE IL DIMINUTIVO DI SPUNTI, SAREBBE UNA SCELTA INFELICE, SE FOSSE LA STORIA DI TRE PUNTINI DI SOSPENSIONE INSEGUITI DALLA LETTERA S, CI VORREBBE GIANNI RODARI.

INGREDIENTI PER LO SPUNTINO DI OGGI:
KAREN BLIXEN – UMBERTO SILVA – VITO MANCUSO

La notte scorsa ho fatto un sogno luminoso, intenso, attraente. Mi sono vista in punto di morte, felice e orgogliosa di essere stata, pervasa da una sorta di pienezza  per aver colto all’ultimo istante il significato più profondo della vita e mi sono svegliata con un forte senso di direzione. Certa di quanto sognare sia un privilegio,
forse addirittura un dono, sono andata a ripescare dalla libreria il saggio di Karen Blixen dedicato al tema.

Ho consumato la colazione rileggendo Echi dalle colline, contenuto nella raccolta edita da Adelphi che s’intitola Ombre sull’erba, un delizioso volume marroncino sbiadito, strapazzato e macchiato da precedenti caffè, evidentemente già molte volte aperto in seguito a notti colorate di sogni. Notti in cui, per parafrasare la Blixen, abbiamo rinunciato a obbedire alle forze che organizzano e controllano il
mondo, per seguire altre forze, selvagge, incalcolabili, creative, ovvero l’Immaginazione dell’Universo.

A furia di pensare ai sogni e all’immaginazione mi viene in mente un altro piccolo libro prezioso e mi affretto verso lo scaffale dedicato alla critica della religione; continuo la mia colazione portando in tavola Dio è vivo, Santità di Umberto Silva. Con un sorriso di soddisfazione che solamente gli Spuntini ben assortiti sanno regalare mi accorgo che l’estratto sul risvolto di copertina parla di sogni, con quella irriverenza gentile, colta, finalizzata alla crescita interiore che in Umberto Silva
trovava una voce unica:

Pensi che bello, Santità, una mattina affacciarsi al colonnato di San Pietro, gli occhi ancora appiccicati, e raccontare un sogno fresco di
notte…

Il rischio con queste associazioni letterarie è sempre quello di arrivare tardi al lavoro, ma Umberto Silva ha così tante pagine martoriate dalle orecchie agli angoli, che non posso limitarmi al risvolto di copertina. L’accorato appello a Sua Santità contenuto in queste brevi “incursioni teologiche” stampate dalla casa editrice Il notes magico ha in sé una forza rivoluzionaria e una linearità di ragionamento che non permettono di richiudere il volume a cuor leggero.

E quando riesco a chiuderlo, mi viene da aprire, per associazione, un libro di Vito Mancuso, un “teologo fuori le mura”, anche lui rivoluzionario nel suo modo di sfidare la fede per accrescerla. Ricordo che mio papà regalò a figli, parenti e amici una copia di L’anima e il suo destino, edito da Raffaello Cortina, e con alcuni si adombrò non poco, non avendo secondo lui accordato al testo l’attenzione che
meritava. Gli era impossibile accettare che una persona cara si sottraesse alla lettura di un volume che indaga il mistero dell’esistenza dell’uomo e, quindi, di Dio. Per lui i libri erano rivoluzioni del pensiero oppure non erano.

Io, figlia e lettrice diligente, appena ricevuto il regalo passai al setaccio ogni pagina, per questo oggi mi è facile ritrovare le righe che voglio citare a chiusura di questo Spuntino. Il capitolo “Camminiamo a tastoni” riporta a galla la sensazione di luce provata al risveglio dal sogno in cui stavo per morire, Mancuso scrive:

L’assenza della risposta sulla vita oltre la morte è il segno più evidente della crisi dell’Occidente, perché quando non si conosce il mistero della morte non si sa neppure perché vivere e che direzione dare alla vita.