Spuntini – luglio

RUBRICA DI VIAGGI, CHE NON PARLA DI METE TURISTICHE, MA DI TRIP LETTERARI, A RITMO DI CITAZIONI. LA PARTENZA È SEMPRE CERTA, LA META SCONOSCIUTA, IL TRAGITTO VA A ZIG ZAG DAL DIVANO ALLA LIBRERIA. LA SODDISFAZIONE È QUELLA CHE PUÒ DARE UNO SPUNTINO LONTANO DAI PASTI, QUANDO SI HA UN LANGUORINO, DA QUI IL TITOLO: SE FOSSE IL DIMINUTIVO DI SPUNTI, SAREBBE UNA SCELTA INFELICE, SE FOSSE LA STORIA DI TRE PUNTINI DI SOSPENSIONE INSEGUITI DALLA LETTERA S, CI VORREBBE GIANNI RODARI.

INGREDIENTI PER LO SPUNTINO DI OGGI:
JOSEPH HELLER – KURT VONNEGUT – ORIANA FALLACI

L’attacco dell’Ucraina da parte dell’esercito russo mi ha fatto venire la voglia di sfilare dalla libreria alcuni libri sulla stupidità della guerra. La lettura ha anche questo pregio, compensa lo sconforto esterno con parole rincuoranti o, come nel caso di questa selezione, con testi così iperbolici e paradossali da poter toccare con ironia il più tragico dei temi: la morte sotto le armi.

Per uno Spuntino che aiuti ad affrontare il senso di impotenza verso una guerra assurda come tutte, ma ancora più assurda perché siamo nel 2022 e l’umanità non evolve, sfilo dallo scaffale dei potenti Comma 22 di Joseph Heller. Il protagonista, Yossarian, è ossessionato dal fatto che migliaia di persone a cui lui non ha fatto
assolutamente nulla vogliano ucciderlo e il libro è disseminato di citazioni del Comma 22, un regolamento demenziale, diventato dopo la pubblicazione di quest’opera l’emblema dell’assurdità militare. Yossarian è pazzo e vuole essere esonerato da pericolosissime missioni di volo, deve solo farne domanda. Ma se facesse domanda, non sarebbe più pazzo e dovrebbe continuare a volare: è scritto
nero su bianco nel Comma 22, più logico di così.

“Così va la vita” direbbe il protagonista di Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut, un altro libro visionario e surreale; d’altronde dall’orrore della guerra e dal bombardamento di una città come Dresda, rasa al suolo a guerra già terminata, ci si può difendere con l’immaginazione e con poco altro. Il libro, per ammissione stessa dell’autore, è scritto nello stile telegrafico e schizofrenico in uso sul pianeta Tralfamadore da dove vengono i dischi volanti.

E già che abbiamo tirato in ballo lo spazio non posso non sfilare dalla libreria il terzo elemento da aggiungere al mio cocktail letterario, ovvero Niente e così sia di Oriana Fallaci, lei che in guerra c’è
stata e che in Vietnam ha chiesto a un gruppo di giornalisti perché non se ne tornavano a casa, al sicuro. Ognuno ha dato una risposta differente, ma la sua è quella che merita di essere riportata:

Io sono qui per capire gli uomini, cosa cerca e cosa pensa un uomo che ammazza un altro uomo che a sua volta lo ammazza. Sono qui per provare qualcosa a cui credo: che la guerra è inutile e sciocca, la più bestiale prova di idiozia della razza terrestre.

Ognuno dei tre autori selezionati per il mio Spuntino ha detto la stessa cosa, con stili differenti, in tre opere importanti. Quella di Oriana Fallaci, scritta nel 1969 ed edita da Rizzoli, amo ricordarla, perché contiene una riflessione importante su quanto sia futile tentare le imprese spaziali e spendere soldi per puntare alla Luna, quando qui
sulla Terra si va avanti ad ammazzarsi come mille anni fa. Il libro termina con un passaggio su uomini lucertola, distesi al sole a Copacabana, tutti anestetizzati dall’iniezione, “la piqure“, un antico farmaco inventato da quelli al potere, che “ha un unico effetto negativo: impedisce di pensare. E quindi di ribellarsi, battersi. Che è
poi la medesima cosa.” L’acume della Fallaci è una delizia. Da rileggere.